3 motivi per cui l’innovazione non può fare a meno dell’antropologia

L’antropologia è quella cosa che ti permette di guardare te stesso e le tue convinzioni in modo critico. Mette in discussione tutto, o quasi, del tuo mondo, e ti pone domande a cui non hai mai una risposta precisa: provi a unire i punti, trovare connessioni tra elementi come fossero pezzi di un puzzle. Osservi gli altri in quel preciso momento per capire meglio chi sei e l’ambiente che ti circonda. È quasi un modo di vivere da cui è difficile allontanarsi una volta che ci sei dentro. E vista la potenza che questo strumento ha per noi, vorremmo che anche gli altri ne comprendessero le disparate applicazioni. Quindi, ecco 3 motivi per cui l’innovazione di business non può fare a meno dell’antropologia.

 

3 motivi che creano connessioni tra business e antropologia

Per noi l’antropologia può dar vita a molte collaborazioni. Prima di tutto, crediamo che l’antropologia possa essere un ottimo alleato di business.

In particolare:

  1. Osservando gli altri e il contesto vissuto è possibile capire meglio i loro comportamenti. E progettare prodotti e servizi più rispettosi dei loro bisogni

    Questo è vero sia internamente, sia esternamente. Ogni azienda è formata da persone che, lavorando insieme, si scambiano informazioni e creano relazioni. Diventa quindi fondamentale non perdere di vista la cultura aziendale agita dalle persone che la animano. Allo stesso tempo, dare importanza alla ricerca e all’osservazione delle persone che usano i nostri servizi è fondamentale per ottenere informazioni più dettagliate che possano migliorare l’esperienza.
    Se qualcosa può sembrare apparentemente lontana dalle nostre abitudini, è un’ottima occasione da cui partire per prendere una strada diversa e inaspettata. Questo fa bene a noi come persone e al nostro business in quanto microcosmo culturale
  2. I significati che pensiamo universali, così come gli oggetti, sono influenzati dall’uso che se ne fa e dall’esperienza

    Per spiegare questo concetto, citeremo l’esempio fatto nel libro ‘Anthro-Vision: How Anthropology Can Explain Business and Life’ di Gillian Tett, su un oggetto come il cellulare. In Italia, il cellulare è ad uso personale ed entra in completa sintonia con noi: questo perché contiene gran parte delle nostre vite. Spesso è il primo oggetto che utilizziamo al nostro risveglio. In Sierra Leone, invece, è prestato, scambiato tra membri della famiglia o addirittura all’interno del villaggio di appartenenza, perché non tutti dispongono di questo mezzo di comunicazione.È giusto non dare quindi per scontato nulla quando si pensa a disegnare il proprio business, soprattutto quello che riguarda le persone e le loro abitudini.
  3. È necessario allenarsi per sviluppare lo sguardo antropologico

    Questo è il concetto che per noi fa la differenza. Si parla così tanto di empatia nel campo del design (ma non del business), che forse anche questa parola inizia a perdere la sua efficacia. Secondo l’antropologia, è possibile capire il mondo a partire dagli altri, che sono come uno specchio che ci fa vedere chi siamo davvero. La difficoltà sta però nello sviluppare questa vista speciale, che per farla breve potrebbe essere definita come un modo di guardare all’altro senza giudizio o superiorità. Fare tutto ciò può essere utile per capire le differenze che accomunano, ma anche per non focalizzarsi più solo su quello che è “strano” per noi. Convinciamoci invece del fatto che gli strani, nella maggior parte dei casi, siamo noi. E che non c’è nulla di male nell’esserlo.

 

Conclusione: perché usare l’antropologia può fare la differenza

Senza comprendere le persone è impossibile creare dei prodotti utili. Questa frase, che può sembrare ormai chiara e scontata per tutte le persone parte di un business, non è da sottovalutare, e richiede la dovuta attenzione per non renderla uno slogan.

Crediamo che, per affrontare alcune delle sfide più urgenti della società, sia importante non solo di entrare in relazione con l’altro, ma anche sviluppare una visione laterale dei contesti e dei bisogni delle persone che li popolano, mettendo insieme tessere di un puzzle quasi invisibile. Guardare criticamente al nostro modo di fare business e al nostro modo di vedere il mondo, grazie al supporto dell’antropologia, può essere un buon esercizio per vedere tutte le nostre stranezze e farne tesoro.

 

 


Fonti:

[1] “Author Talks: Gillian Tett on looking at the world like an anthropologist”, McKinsey, 08/06/2021

[2] “Better management through anthropology”, strategy+business, 13/12/2021

L'autore

Niccolò Parini

UX Writing Innovator

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