Design Thinking e Legal Innovation: le nuove opportunità per il futuro del settore legale

Il mondo della giustizia è da sempre legato a uno stereotipo: la lentezza. Lentezza causata dalla burocrazia, dai sistemi non aggiornati e dai continui rinvii. Eppure, in questo stereotipo che spesso si trasforma in realtà, c’è uno spiraglio. Piccolo, nascosto, ancora poco luminoso, ma c’è. Questo spiraglio si chiama Legal Innovation, e lentamente si sta facendo sempre più strada nei singoli progetti e nei grandi sistemi. Noi lo stiamo esplorando, e abbiamo cominciato a raccogliere qualche esperienza tra Design Thinking e Legal Innovation che ci hanno lasciato intuire le nuove opportunità per il futuro del settore legale.

 

Cos’è il Design Thinking, in breve, e come può aiutare

Partiamo dalle esigenze degli utenti e arriviamo a soluzioni più efficaci tramite processi di human-centered innovation.

Questo è per noi il Design Thinking: un metodo ripetibile e adattabile a ogni settore, che consente sempre di trovare soluzioni nuove e rilevanti per il target, proprio perché è impostato per partire dalla comprensione delle esigenze più profonde delle persone.

Il Design Thinking è basato su 5 fasi: empatizzare, definire, ideare, prototipare, testare.

Queste fasi, da svolgere e ripetere ciclicamente, consentono di concentrarsi su un aspetto che al mondo legale, fino ad oggi, è mancato fin troppo spesso: il modo in cui le persone fanno esperienze giorno dopo giorno. E si possono applicare a ogni tipo di servizio, dall’acquisizione di nuovi clienti, alla gestione dei contratti fino al rapporto con i tribunali e i magistrati. È per questo che oggi si comincia a parlare sempre più spesso di Legal Design. Ed è quello che abbiamo cominciato a fare.

 

Il valore dell’incontro tra giustizia e design

A parlare di innovazione nel settore legale non siamo i primi: in realtà, ci ha già pensato il Governo all’interno del PNRR, prevedendo che

”le sale server del Ministero rimarranno 4 (le attuali); la percentuale di uffici con funzionalità processo penale telematico attive aumenteranno dal 30% (stimato nel 2022) al 100% entro il 2024; la percentuale di uffici del giudice di pace con funzionalità processo civile telematico attive aumenteranno dal 10% (stimato nel 2022) al 100% nel 2024, mentre la consultazione via portale web per i giudici di pace, dal 5% al 100%.”1

Ma per noi, Legal Innovation può significare molto di più: grazie anche alla rivoluzione digitale, il settore legale oggi ha tutte le potenzialità per poter cominciare a produrre innovazione, senza doverla più (per forza) subire.

In questo senso, il design gioca un ruolo centrale grazie alla prospettiva human-centered unita a nuove tecnologie e prassi legali. Nel mondo ci sono già studi all’avanguardia che indagano le particolari potenzialità in questo ambito, come il Legal Design Lab di Stanford. In particolare Margaret Hagan, Direttrice del Laboratorio, ha individuato 6 principi fondamentali per questa nuova disciplina:

  1. Make the users of legal services more empowered and intelligent.
  2. Provide process-based views of legal work to empower professionals and lay people who are working on a matter.
  3. Foster a collaborative relationship between the person and the advocate.
  4. Always give the Bird’s Eye View that Swoops In.
  5. Be Simple on the Front, and Smart at the Back.
  6. Provide Multiple Modes that Let People Customize the Experience.

Nella nostra esperienza lo stiamo facendo con 3 progetti in particolare, e nei mesi ci siamo resi conto del potenziale inespresso di questo incontro. Facendo un po’ di retrospettiva, infatti, ci siamo resi conto che in ognuno di questi progetti abbiamo ottenuto un risultato molto preciso: rivoluzionare le interazioni tra i vari stakeholder.

 

Cosa abbiamo fatto per ora

Il Design Thinking applicato al settore legale ci ha permesso, fino ad ora, di ottenere dei risultati tangibili su più fronti, e su scale di innovazione diverse tra loro. In particolare:

1- Studio legale internazionale. Siamo stati chiamati per riprogettare la struttura di un atto legale. Siamo partiti dalle esigenze dei giudici e abbiamo ripensato tutta l’architettura delle informazioni per un’esperienza di lettura dei documenti più efficace e memorabile.

2- Società nel settore AI per la finanza. In questo progetto, dovevamo ribaltare gli standard del mondo compliance per l’AML (Anti Money Laundering). Abbiamo identificato i bisogni di 6 diversi stakeholder e creato interfacce specifiche che rendono più immediato visualizzare le informazioni rilevanti per ognuno, rendendo tutto il sistema più efficiente ed efficace.

3- Studio legale locale. Questo esempio è la dimostrazione che il design può lavorare su ogni scala del settore legale. In questo caso dovevamo creare un ecosistema di comunicazione digitale integrato.Partendo dall’analisi del target di riferimento e degli obiettivi di business aziendali, abbiamo realizzato un nuovo sito già pronto per diventare parte di un digital funnel multi-canale.

 

Conclusioni

Per concludere, le potenzialità della Legal Innovation sia in ambito digitale che di design sono ancora praticamente tutte da esplorare. Ancora non sappiamo che tipo di progetti potranno nascere da questa unione, o quali potranno essere i risultati finali del lavoro dei prossimi anni. L’unica cosa certa è che il settore della giustizia, per la prima volta nella sua storia, può prendersi la rivincita sugli stereotipi e presentarsi al mondo contemporaneo con una forma nuova, moderna e rilevante per i nuovi bisogni delle persone. E noi vogliamo aiutare a raggiungere questo scopo lavorando con altri professionisti della Legal Innovation. Ci conosciamo?

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Fonti:

Giustizia, tutti gli uffici giudiziari digitalizzati entro il 2024, altalex.com, 29/11/2021

 

L'autore

Niccolò Parini

UX Writing Innovator

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quo•directions

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